Il tema della rigenerazione urbana è ormai entrato diffusamente non solo nell’ambito degli studi sulle città ma anche nella pratica professionale e negli atti delle amministrazioni, in particolare quelle comunali.

Sul versante degli studi spicca la “Carta della Rigenerazione Urbana” messa a punto nel 2008 dall’Associazione Aree Urbane Dismesse-AUDIS, mentre su quello professionale è di particolare rilievo il “Manifesto per la rigenerazione urbana”, pubblicato nel 2018 dal Consiglio Nazionale degli Architetti.

Quanto alla pratica urbanistica dei Comuni è notevole la spinta generata di recente dalle varie misure presenti nel PNRR-Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Nei termini più generali il motivo alla base di questa diffusa attenzione va ricercato nella presenza nelle città del nostro Paese di un enorme patrimonio edilizio che nel tempo è stato dismesso e versa in uno stato di progressivo degrado: aree industriali e connessi opifici, siti militari e caserme, chiese e conventi, stazioni ferroviarie, miniere, colonie marine, sanatori, cave e altre cose ancora che con la loro presenza deturpano l’immagine e la funzionalità degli ambienti in cui si trovano e creano problemi di degrado, inquinamento e pericolo.

Pur in assenza di una base informativa affidabile, dovuta al fatto che non esiste un censimento di questa parte del patrimonio edilizio, da alcuni studi empirici sulla questione si può  ricostruire un quadro d’insieme della situazione così riassumibile:

Aree industriali: 9.000 Kmq; Opifici: 130.000; Edifici e complessi edilizi: 750.000; Monumenti e siti storici: 50.000; Chiese e complessi religiosi: 20.000; Impianti sportivi: 25.000; Siti e immobili militari: 1.800; Reti ferroviarie: 1.600 Km; Stazioni: 1.700; Miniere: 3.000; Cave: 14.000; Case cantoniere: 600

Come si vede si tratta di un patrimonio enorme dal punto di vista quantitativo e il fatto che sia concentrato in maniera prevalente all’interno o nell’immediato intorno delle città influisce in modo significativo sulla disqualità urbana. Ne consegue che intervenire su questo patrimonio con una sistematica azione di rigenerazione può consentire di recuperarne, in tutto o in parte, la funzionalità e di restituire decoro, bellezza, sicurezza e salubrità ai luoghi.

Su questi presupposti è nata la Scuola di Rigenerazione Urbana Sostenibile “La FeniceUrbana” (Sede: Roma, Via Sutri 2c, 00191; E-mail: info@lafeniceurbana.it

Sito: www.lafeniceurbana.it). Essa opera con una duplice finalità.

La prima è quella di diffondere una cultura della rigenerazione, vale a dire un modo di pensare la città, il territorio e l’ambiente in modo affatto diverso da quello che ha caratterizzato l’urbanistica nel nostro Paese: espansione urbana, consumo di suolo, alterazione dell’ambiente naturale. E’ una cultura nuova, che deve affermarsi all’interno delle amministrazioni pubbliche, nel mondo delle imprese legate al settore edilizio, tra i professionisti – in primo luogo urbanisti, architetti, ingegneri – e più diffusamente tra i cittadini, utenti primari delle città.

L’altra finalità è quella di formare studiosi, tecnici e amministratori all’uso dei metodi, delle tecniche e degli strumenti necessari per comprendere, pianificare e progettare una nuova dimensione delle trasformazioni urbane basata sulla rigenerazione del patrimonio urbano, la riduzione del consumo di suolo e la sostenibilità ambientale.

Su questi due terreni “La FeniceUrbana” coinvolge esperti di discipline su tematiche di ricerca e di alta formazione e per la illustrazione di alcune tra le migliori pratiche realizzate in Europa: il territorio della Ruhr nel Land Rhein-Westphalia, grandi città come Glasgow e Bilbao, realizzazioni di grande respiro come HafenStadt ad Amburgo, Ile Seguin-Rive de Seine a Parigi, Battersea Power Station a Londra, oltre ad alcune positive pratiche anche in Italia come il Lingotto a Torino, la Pirelli a Milano e la Montemartini a Roma.

Tra i corsi che la Scuola ha tenuto finora, pur nel difficile periodo della pandemia, si segnalano:

La Summer School sul tema “Rigenerare Città Ambienti Paesaggi”, con didattica interamente in presenza rivolta a 48 partecipanti che hanno redatto e discusso la tesi individuale conseguendo il previsto titolo di esperto. (Roccella Jonica, 1-5 settembre 2020)

Il Corso di Formazione Specialistica in “Rigenerazione Urbana e territori agrari”, con didattica on-line sincronica rivolta a 20 partecipanti che hanno redatto e discusso la tesi individuale conseguendo il previsto titolo. In esito al Corso è stato pubblicato un volume che raccoglie gli elaborati di tesi a firma di ciascuno dei partecipanti. (Montepulciano, 4 giugno – 3 luglio 2021)

Il Corso di Alta Formazione in “Rigenerazione urbana per Enti Locali”, in collaborazione con UniTelmaSapienza-Università di Roma e Fondazione Patrimonio Comune dell’ANCI, destinato prioritariamente a dirigenti e funzionari della P.A., in particolare dei Comuni. (Il corso interamente on-line è attivo dal 1^ dicembre 2022).

Dall’attività della Scuola scaturiscono periodicamente delle pubblicazioni, tra cui le più recenti: Bianchi, A., La rigenerazione urbana per una nuova urbanistica, in Rivista Economica del Mezzogiorno, n. 1-2 2023; Bianchi, A., Placidi, B., Rigenerare il Bel Paese. La cura di un patrimonio dismesso e sconosciuto, Rubbettino, 2021

In copertina: logo de “La FeniceUrbana”

L'autore

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Alessandro Bianchi

Alessandro Bianchi, urbanista, è stato Segretario Generale della Conferenza dei Rettori, e Ministro dei Trasporti nel Governo Prodi (2006-2008).