A. Mumolo, G. Baldessarro, “Non esistono cause perse”, Ed. Intra, Pesaro 2023
Il volume, come chiarisce il sottotitolo, riguarda l’importante esperienza iniziata a Bologna e diffusasi in tutto il territorio nazionale, di assistenza legale gratuita alle persone senza fissa dimora, quelle che ognuno può incontrare mentre sostano nelle strade, nelle stazioni, nei dormitori pubblici. È un libro che si legge tutto d’un fiato, in cui si alternano costantemente le pagine scritte dall’avvocato Antonio Mumolo – in qualità di ideatore – sull’origine e le vicende dell’organizzazione di questo peculiare servizio, a quelle dedicate alle “storie” di molti assistiti da “Avvocati di strada” raccontate con grande sensibilità ed efficacia dal giornalista Giuseppe Baldessarro. L’origine è collegata alla creazione della testata giornalistica denominata “Piazza Grande” avvenuta su impulso di due sindacalisti della Cgil a metà anni ’90 insieme ad un gruppo di persone senza fissa dimora, per poi evolversi come attività di assistenza legale gratuita per affrontare le questioni pratiche e giuridiche poste dai “senza tetto”, vincendo la scommessa di renderli soggetti di diritti e non solo, come ricorda nella Prefazione il cardinale Matteo Zuppi, “destinatari di politiche di assistenza caritatevole”. Il titolo del volume è emblematico di alcune vicende giudiziarie, come quella volta ad ottenere il riconoscimento della residenza – condizione cruciale per poter accedere ad altre indispensabili misure quali un alloggio, lavorare, etc. – ovvero la “guerra di Piero” contro l’amministrazione comunale che, anche in virtù della sensibilità e la preparazione giuridica della magistrata che decise in suo favore, permise di capovolgere una prassi negativa diffusa in tutto il paese. Alla fine della lettura del volume, commossi dalle storie personali, alcune veramente toccanti pur se narrate nel rispetto della privacy, si ha l’impressione di rivivere lo spirito più profondo e progressista della professione legale in difesa dei diritti umani come, mutatis mutandis, quando in passato furono intraprese le prime cause che posero in discussione la legittimità della tratta degli schiavi o i provvedimenti contro le tribù dei nativi americani. Tornando all’oggi, il successo di questa forma particolare di assistenza gratuita – molto rara nel ceto forense – ha colmato un vuoto di tutela nei confronti dei più deboli diffondendosi in moltissime città italiane: non a caso l’A. afferma con orgoglio che “Avvocati di strada” costituisce uno studio legale più ampio e numeroso perfino di molte “law firms” statunitensi, ottenendo poi riconoscimenti prestigiosi a livello nazionale ed europeo. Il volume si sofferma, senza pretesa di trattazione esaustiva, su altri aspetti importanti, come quelli che riguardano le strategie di dialogo con le pubbliche istituzioni locali per ottenere ulteriori benefici a vantaggio dei senza fissa dimora, quale il diritto a viaggiare sui mezzi pubblici senza pagare il biglietto. È evidente che la situazione complessiva solleva molte altre questioni, particolarmente in un’epoca in cui le diseguaglianze sociali stanno vertiginosamente aumentando, e va a merito di questo libro porre in risalto la necessità e l’urgenza di affrontarle con spirito costruttivo e creativo.