Massimo Faggioli “Da Dio a Trump. Crisi cattolica e politica americana “Ed. Scholè 2025
Oggi con l’elezione in Conclave del primo Papa americano Robert Prevost che prende il nome di Leone XIV la lettura di questo scorrevole e piccolo libro è di grande utilità per tutti coloro che vogliono capire cosa avviene negli Usa e certo non si accontentano di considerare Trump un accidente della storia. L’autore, italiano, è professore ordinario nel dipartimento di teologia e scienze religiose della università cattolica Villanova (Philadelphia- Usa) la stessa in cui il futuro papa si è laureato in matematica.
La storia degli ultimi decenni del cattolicesimo americano si intreccia fortemente con la storia politica. Forse per l’agnostica Europa questo non è di facile comprensione ma la fede è valore fondativo alle origini storiche degli Stati Uniti e anche oggi a fronte di una diffusa insicurezza economica e deboli legami sociali c’è un forte bisogno di Dio di spiritualità e di comunità. Per noi italiani che la Chiesa abbia un peso politico non è una novità; eppure, mi sembra che questo generale ritorno alla religiosità in vari paesi del mondo non venga visto e valutato nella giusta misura neanche da noi. La lettura del libro aiuta a comprendere quanto l’avvento di Trump non sia l’esito del caso, un accidente della storia, ma la conseguenza di un processo determinato da più fattori e fortemente orientato a destra dall’intervento sempre più manifesto e invasivo dei grandi interessi economici. La Chiesa cattolica è uno dei fattori che ne hanno influenzato l’elezione e che alimenta una cultura conservatrice e tradizionalista attraverso centri di ricerca, media e università.
Quale sia l’influenza dei cattolici conservatori è reso evidente dalla maggioranza dei giudici della Corte Suprema. Sappiamo che è una maggioranza conservatrice ma forse non sappiamo che tale maggioranza è cattolica per la prima volta nella storia (sono cattolici Alito, Gorsuch, Kavanaugh, Coney Barret, Thomas, e Roberts che la presiede) segno evidente di egemonia culturale almeno nel campo del diritto.
Fondamentale per costruire l’egemonia si è rivelata la scelta della maggioranza dei vescovi, prevalentemente nominati da Wojtyla, di fare del diritto del nascituro alla vita e quindi della condanna dell’aborto “la questione non negoziabile” , l’unica questione non negoziabile rifiutando nel contempo visioni più complessive del principio di tutela della vita che avrebbero comportato ad esempio la condanna della pena di morte e una maggior attenzione ai determinanti economico- sociali. Scelta che ha posto la chiesa cattolica a capo dei teo- con e ha progressivamente rafforzato i suoi legami con i repubblicani con il contemporaneo abbandono della vicinanza ai democratici, vicinanza del tempo in cui la chiesa era quella delle minoranze immigrate e i cattolici discriminati.
Ovvio che quando nel giugno del 2022 la decisione della Corte (Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization) ribalta la vecchia sentenza Roe vs Wade” annullando il diritto all’aborto la conferenza episcopale dei vescovi Usa la festeggia come una propria vittoria dopo una battaglia culturale durata cinquanta anni.
La chiesa americana non è ovviamente un corpo solo ed unitario ma in molte sue parti non è più la chiesa degli emigrati provenienti da tante parti del mondo, ha abbandonato il tema della giustizia sociale, si pone in posizione critica verso il Concilio, sempre meno chiesa universale (e quindi cattolica) sempre più chiesa americana. Così al fallimento di Biden (che pure è stato il secondo presidente cattolico) sul piano politico e l’affermarsi di Trump che pone definitivamente fine al sistema politico nato dopo la Seconda guerra mondiale corrisponde la crisi della Chiesa del Concilio Vaticano II e l’affermarsi delle componenti teologiche conservatrici. Inevitabile il conflitto con la Chiesa di papa Francesco fin quasi a sfiorare lo scisma. Il populismo politico si accompagna ad un tradizionalismo teologico cattolico affatto marginale e capace di smuovere l’elettorato di riferimento.
In questo quadro la recente elezione per la prima volta di un papa americano assume una valenza dirompente e possibile di sorprese.
Il libro non è tenero verso il partito democratico, l’illusione che la somma delle minoranze crei una maggioranza ricorda lo spostamento verso Trump di fette di elettorato latinos e di colore, l’incapacità di comprendere il peso e l’importanza della questione religiosa, le esagerazioni delle teorie woke.
È una riflessione ricca di spunti utili anche a noi, colma di affettuose preoccupazioni per il futuro della Chiesa cattolica e anche per il futuro della democrazia, si accompagna allo sforza di cogliere i tratti distintivi delle svolte future della storia nella speranza che analisi e riflessioni non rimangano inascoltate.
In copertina: Massimo Faggioli “Da Dio a Trump. Crisi cattolica e politica americana “Ed. Scholè 2025