Recensione a Mario Boffo, Houti. Vengono da lontano, guardano al futuro, Armando Editore, 2025
Ho avuto il privilegio di entrare in contatto con l’acuta capacità di visione dell’ex ambasciatore Mario Boffo intorno al 2012, per poi apprezzarne pienamente le doti diplomatiche in occasione della conferenza internazionale “Una finestra sullo Yemen”, co-organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e dall’Università di Urbino (ottobre 2013). In quella sede, rappresentanti delle istituzioni e della società civile yemenita, diplomatici, think tank e studiosi provenienti da diversi paesi si sono incontrati a Urbino in un momento particolarmente delicato per lo Yemen: la conclusione del Dialogo Nazionale, promosso sotto l’egida del gruppo Friends of Yemen.
Ritrovo oggi, nelle pagine del suo libro HOUTI – Vengono da lontano, guardano al futuro, la stessa lucidità analitica, l’urgenza e sensibilità politica che caratterizzarono quella iniziativa. Profondo conoscitore della regione, Boffo unisce competenza diplomatica, esperienza personale, studio e realtà storica per restituire una visione rinnovata di un attore politico spesso ridotto a semplice pedina regionale. Il risultato è un’analisi che, pur mantenendo rigore, si apre al dialogo con un pubblico più ampio, offrendo spunti preziosi per riflettere sul futuro del Medio Oriente e sul ruolo che l’Europa potrebbe ancora giocare. Il volume si inserisce infatti nel solco di un impegno intellettuale e istituzionale volto a restituire complessità a una regione spesso narrata per semplificazioni.
Nel panorama italiano, ancora piuttosto scarno di opere aggiornate sulla questione yemenita e ancora meno sugli Houti, Boffo ci offre una ricostruzione documentata del ruolo centrale del movimento nei fragili equilibri del Medio Oriente. Ci accompagna con una ricostruzione ben documentata, approfondendo uno dei conflitti più complessi e meno raccontati del Medio Oriente, invitando nel contempo il lettore a superare stereotipi consolidati, per essere in grado di interrogarsi con lucidità sul futuro di una regione troppo spesso osservata solo attraverso le lenti dell’emergenza. Per farlo, è necessario evitare semplificazioni sulla comprensione del movimento Huthi, descritto talvolta sommariamente come “una milizia sciita appoggiata dall’Iran”.
Un capitolo è dedicato al rapporto tra lo Yemen e l’Italia, spesso dimenticato. Boffo riporta alla luce episodi che vanno dalla leggendaria missione del colonnello Amedeo Guillet al contributo di archeologi, medici e religiosi italiani nel Paese, fino alle iniziative più recenti della diplomazia culturale. Questo passaggio, più personale e memorialistico, si inserisce coerentemente nel discorso complessivo, secondo il quale la comprensione dei conflitti deve passare anche attraverso la ricostruzione delle relazioni umane, personali e strategiche-diplomatiche, che li hanno interessati.
Il libro ricostruisce la storia yemenita dalle sue radici antichissime fino al XX secolo, evidenziando il lungo travaglio di conflitti, conquiste e tragedie, sottolineando la rilevanza strategica del territorio. Dall’influenza di imperi antichi (Axum, Ottomano, Romano) e delle civiltà dell’Arabia Felix, al colonialismo britannico (Protettorato di Aden) e ottomano, alla difficile unificazione tra Nord e Sud nel 1900 e la Seconda Guerra Mondiale. Nel racconto storico emerge anche il movimento Houthi, offrendo al lettore gli strumenti per comprendere le radici profonde dell’instabilità attuale. La prima parte del libro si concentra sulla genealogia del conflitto, mostrando come la marginalizzazione economica e religiosa della popolazione zaydita a nord del Paese abbia favorito la nascita del movimento Houthi, inizialmente come espressione culturale e religiosa (“la Gioventù credente”) e successivamente come soggetto politico-militare, soprattutto dopo l’assassinio del suo fondatore, Husayn al-Houthi, nel 2004. Particolarmente illuminante è l’analisi del cosiddetto Dialogo Nazionale, tentativo promosso dalla comunità internazionale dopo la Primavera Araba per traghettare il Paese verso una transizione democratica. L’autore ne denuncia il fallimento: la formula inclusiva si è dimostrata inadeguata di fronte alla fragilità dello Stato, all’esclusione de facto degli attori più forti (come gli stessi Houthi), e alla rapida radicalizzazione del conflitto, aggravata dall’intervento militare saudita nel 2015.
Boffo illustra come gli Houthi abbiano progressivamente consolidato un controllo statuale: dalla gestione di ministeri e di risorse economiche, alla capacità di produrre armamenti e colpire obiettivi transfrontalieri, come dimostrato dagli attacchi nel Mar Rosso. In questo senso, Boffo rompe con la narrazione dominante che li descrive come gruppo subordinato o come mere “proxy” dell’Iran. Senza negare i legami ideologici e materiali con Teheran, Boffo fa luce sugli aspetti legati alla loro autonomia strategica e sul loro interessante radicamento sociale.
Nella parte conclusiva, Boffo propone un cambio di prospettiva: anziché escludere gli Houthi come attori illegittimi, l’autore propone un riconoscimento della loro centralità nei futuri assetti yemeniti, riconoscendone il ruolo strategico, purché si superi la logica dell’isolamento e si rilanci il dialogo per la diplomazia multilaterale. Il Medio Oriente viene proposto come sistema dinamico e in continua riconfigurazione, dove i vecchi schemi (asse sunnita-sciita, alleanze fisse, logica degli “stati falliti”) non reggono più di fronte alla molteplicità di attori locali e regionali e ad un mondo multipolare.
In questo senso, il libro è attualissimo. La guerra a Gaza, il blocco del Mar Rosso, il riavvicinamento tra Iran e Arabia Saudita, così come le tensioni nel Golfo e nel Corno d’Africa, sono tutte dinamiche che confermano quanto lo Yemen non sia un “fronte dimenticato”, ma piuttosto un epicentro silenzioso delle trasformazioni geopolitiche in corso. Boffo non si limita a descriverle: ne propone una lettura profondamente pragmatica e realista, consapevole che soluzioni imposte dall’alto non funzionano, e che la stabilità richiede riconoscimento, pazienza negoziale e coinvolgimento inclusivo.
In conclusione, HOUTI – Vengono da lontano, guardano al futuro è un libro informato, accessibile e necessario. Si rivolge tanto allo studioso quanto al lettore curioso di capire cosa sta accadendo nel cuore meno visibile del Medio Oriente. Un invito, esplicito e implicito, a non voltarsi dall’altra parte ma cercare di capire per formulare opinioni critiche e documentate.
In copertina: Mario Boffo, Houti. Vengono da lontano, guardano al futuro, Armando Editore, 2025