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La Festa dell’Unità del PD “europeo”

“Quando mi sono iscritto al PCI eravamo clandestini, perché qui la polizia non voleva che facessimo politica, capito?”, mi dice Giovanni, originario di Narni, in Lussemburgo dal 1961 e iscritto dal 1967, mentre camminiamo tra i tavoli del salone principale addobbato di bandiere del Partito Democratico, della pace, e dell’Unione Europea. Giovanni ha organizzato tutte le Feste dell’Unità in Lussemburgo, dalla prima del 1971 a quella di quest’anno, che è giunta alla 47esima edizione. “Tra il 1971 e il 2017, solo un anno non l’abbiamo fatta”, mi confessa, “l’anno in cui il PCI diventò il PDS”. L’organizzazione infatti è impressionante, tipica di chi è abituato ad eventi come questo. La festa è cominciata venerdì sera con la proiezione de “La Grande Ambizione”, il film su Berlinguer, ed è terminata domenica con il concerto di una band locale. Nel mezzo, una due giorni fatta di formazione politica sul come mobilitare le comunità degli italiani in Europa, dibattiti sull’allargamento dell’Unione Europea, e incontri con i rappresentanti istituzionali degli italiani che vivono in Europa, il tutto condito da una ottima cucina che offre porchetta, cotiche, e trippa.

“La prima è stata un casino organizzarla, nella piazza di Esch”, continua Giovanni, “fu un successo, ma attorno alla piazza c’erano dei palazzetti, e facevamo rumore, quindi il sindaco, che all’epoca era di sinistra, ci diede uno spazio di mille metri quadrati in un parco…eravamo la festa più grande, anche dei partiti lussemburghesi!” racconta Giovanni, con un senso di giustificato orgoglio. “Nel 2018 ci sono state le elezioni ad Esch e per la prima volta la sinistra ha perso. Dal comune mi hanno chiamato per dirmi che avevano ‘intenzioni diverse’, e da allora la festa non si è fatta più, fino a quest’anno”.

Esch, o Esch-sur-Alzette, è la seconda città del Lussemburgo. Su un totale di 37.000 abitanti, circa il 10% sono italiani o italo-discendenti. Come tante altre città siderurgiche, minerarie, ed industriali europee accolse nel dopoguerra migliaia di italiani che lasciarono il nostro Paese. E’ da quell’epoca che le organizzazioni politiche tra gli italiani in Europa si sono sviluppate in maniera importante, inclusi i partiti politici. A oggi, il Partito Democratico conta 8 federazioni (Belgio, Francia, Germania, Iberia, Paesi Bassi, Scandinavia, Svizzera e Regno Unito), più di 50 circoli, e due circoli-paese (Lussemburgo e Vienna).

Per la prima volta dal 1971, la festa non si è tenuta ad Esch ma nella città di Lussemburgo, uno dei centri finanziari più importanti al mondo dove hanno sede la Banca Europea per gli Investimenti, aziende come Amazon e Microsoft, e istituzioni come la Corte di Giustizia Europa, segno sia del cambio politico avvenuto ad Esch, sia del nuovo tipo di immigrazione italiana che Lussemburgo, come tante altre capitali europee, attrae. “Adesso quelli che vengono qua lavorano in banca o per la comunità europea…e poi ce ne sono tanti che lavorano in cucina…di vecchietti come me non ne restano mica tanti”, dice Giovanni, sorridendo.

Dal 2008 a oggi, più di 1 milione di italiani si è trasferito all’estero, 100.000 e passa solo l’anno scorso, di cui il 40% di età compresa tra i 18 e i 34 anni. In totale siamo più di 7 milioni, di cui più di 3 milioni in Europa, in constante crescita, anno dopo anno. L’incidenza dei laureati è alta (attorno al 40%, rispetto ad una media nazionale del 21%), ma tra gli italiani presenti alla Festa, la retorica dei cervelli in fuga non convince.

“Questa storia non mi è mai piaciuta, mi dà fastidio”, mi dice Roberto, originario di Brescia (ma “innanzitutto cittadino del mondo”, ci tiene a precisare), in Lussemburgo dal 2001. Ultimo Segretario dei DS locali, poi Segretario PD, ha lasciato il partito nel 2017, ma si sente comunque “parte di questo progetto perché sono una persona di sinistra, credo nei valori della sinistra, e dentro la sinistra c’è il PD”. 

Parlando della Festa dell’Unità in Lussemburgo che è diventata la Festa dell’Unità Europea, mi spiega che “quando ero Segretario è avvenuto un cambio di sensibilità, è diventata più europea. A partire dal 2005 cominciammo ad invitare i Segretari degli altri circoli europei. Così come c’è una Festa dell’Unità Nazionale in Italia a settembre, c’è una Festa Europea in Lussemburgo”.

Girando per le stanze della struttura che ospita la Festa si nota tra i partecipanti l’entusiasmo di chi ritrova dei vecchi amici che non vede da tempo. È sicuramente il caso dei militanti di vecchia data, che condividono decenni di battaglie per i diritti degli italiani in Europa, e che è da prima dei lockdown dovuti alla pandemia che non si vedono. Ma lo è anche per i dirigenti e militanti più giovani, che hanno finalmente l’occasione di conoscersi di persona dopo innumerevoli riunioni online.

“La festa dell’unità in Europa è qualcosa di naturale per un partito che ha forti radici in tutta Europa e che ha militanti fuori dall’Italia, è un momento molto bello per incontrarsi e discutere diverse tematiche rilevanti per noi che stiamo in Europa” dice Teresa, Segretaria della Federazione del PD Belgio. “Vedere questa partecipazione di persone che vengono da tutta Europa quasi mi emoziona”, le fa eco Federica, Segretaria del circolo del PD di Stoccarda, “la politica non si fa soltanto al governo e nei grandi palazzi; nasce dal volontariato e dalla partecipazione popolare”.

Antonio, Segretario del PD Lussemburghese, osserva che “adesso la gente guarda la politica soltanto per opportunità (…) qui non c’è questa cosa, non abbiamo quel potere [che c’è in Italia], il PD in Europa non elegge niente, non abbiamo il Consigliere Comunale, il Sindaco, il Consigliere Regionale, eccetera, e questa è una cosa che filtra gli opportunisti”.

Infatti, gli italiani in Europa eleggono solamente un Senatore e tre Deputati nel Parlamento italiano. Una proporzione tra eletti ed elettori molto bassa, se si pensa che gli elettori in Europa nel 2022 erano 2 milioni e 500 mila. La regione Toscana, con appena 300 mila elettori in più, elegge 12 Senatori e 24 Deputati. Alle elezioni politiche del 2022, il Partito Democratico in Europa ha ottenuto il 31% dei voti, con picchi del 36% in Paesi come il Regno Unito, che si sono tramutati in due seggi, uno per il Senatore Andrea Crisanti, e uno per il Deputato Toni Ricciardi, Vicepresidente del Gruppo del Partito Democratico alla Camera, entrambi presenti alla Festa. “La comunità degli italiani all’estero è una grande comunità, anche se abbiamo pochi rappresentanti a Roma. In Italia ci considerano italiani di serie B, dal punto di vista politico ed elettorale. La festa serve a dimostrare che ci siamo e che vogliamo incidere sulla politica italiana ed europea”, afferma Antonio.

“Questa Festa dimostra il radicamento del PD nelle comunità italiane”, afferma Luciano Vecchi, responsabile del Dipartimento del Partito Democratico nel Mondo. “Non potevo mancare”, dice Marwa Mahmoud, responsabile Partecipazione e Formazione politica del Partito Democratico, “tendiamo a scordarlo, ma l’Italia è Paese che ha visto emigrare milioni di persone nel secondo dopoguerra e oggi non riesce a trattenere e valorizzare i propri giovani”. Crisanti aggiunge “questa festa è stata un’occasione per stabilire e consolidare legami personali e valori tra i circoli del PD in Europa”, mentre Ricciardi suona la carica contro il governo in carica “dal Lussemburgo riparte la mobilitazione contro il governo Meloni, il più anti-italiani nel mondo della storia della Repubblica”.

Molti militanti del PD in Europa sono iscritti anche ai partiti del centrosinistra dei Paesi in cui vivono: Labour nel Regno Unito, SPD in Germania, PSOE in Spagna, eccetera. “Io sono iscritto al partito socialista lussemburghese”, conferma Roberto.“E’ un modo per voler bene al mio Paese, alle mie origini, e alle mie radici”, continua Roberto, “non posso sopportare la destra al governo in Italia. Mi sento italiano, anche se vivo all’estero guardo al mio Paese, dove i fascisti sono al governo”,conferma Antonio.

Ascoltando le conversazioni in fila davanti alla cucina, emerge la consapevolezza del difficile momento che le forze del centrosinistra vivono in tutta Europa, e dell’avanzata delle destre nazionaliste nei vari Paesi come Regno Unito, Francia, e Germania. Preoccupazione aggravata dalla violenza verbale, e talvolta anche fisica, che tali destre riservano agli stranieri, italiani inclusi. “Oggi la sinistra in Italia, in Europa, e nel mondo deve partire dal principio che siamo stati sconfitti, e l’egemonia culturale ce l’hanno gli altri, non noi”, chiosa Roberto.

Fortunatamente, dopo otto anni di assenza, la voglia di stare assieme è più forte delle considerazioni politiche di carattere generale, e lo spirito della festa prende il sopravvento. Ripercorrendo la storia della Festa dell’Unità Lussemburghese, oggi Festa dell’Unità Europea, si ha l’impressione di ripercorrere la storia degli italiani in Europa e delle organizzazioni politiche che li rappresentano. Una storia di migrazioni che cambiano destinazione, dalle regioni industriali della Germania e del Belgio alle grandi capitali Europee come Londra, Barcellona e Parigi. Una storia di identità che cambiano, sempre meno legate agli stati-nazione e sempre più europee. Una storia di dirigenti locali che non vengono dalle esperienze politiche novecentesche ma che sono nativi democratici. Una storia che, a prescindere dalle diverse generazioni di emigranti, è sempre fatta di necessità di adattamento ad un nuovo Paese, di lontananza dai propri affetti e dalla propria terra, e di una vita divisa in due, tra il posto in cui si è nati e quello in cui si vive.

La domanda che rimane, mentre le ultime seggiole vengono messe via, è come far proseguire questa storia, portando l’eredità del ‘900 nel secondo millennio e facendola evolvere in una forza trasformativa per le nostre società, sia in Italia che in Europa.

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